📘 TRIESTE – AREA NON INTEGRATA NATO (1952–1956)
Sintesi comparativa basata su documenti NATO declassificati
Sei documenti riservati dell’Alleanza Atlantica, ora resi pubblici, dimostrano che Trieste non fu mai assimilata giuridicamente all’Italia né integrata nei confini NATO.
In ogni fase — dal 1952 al 1956 — il porto venne trattato come “external” o “sub judice”, gestito solo per accordi tattici o temporanei.
La NATO conferma di fatto lo status anomalo del Territorio Libero di Trieste, oggi rimosso dalla narrativa ufficiale ma tuttora rilevante nelle strategie geopolitiche.
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🧱 SG 073/8 → link – Naval Control of Shipping
📅 4 gennaio 1952
🔍 Trieste è elencata tra i “ports outside the NATO area”, cioè fuori dall’area NATO, per i quali doveva essere pianificato un controllo navale militare.
🔹 Estratto originale (tabellare):
Country: United Kingdom
Port: Trieste
Remarks: Outside the NATO area – planning responsibility assigned
🔹 Traduzione:
Paese responsabile: Regno Unito
Porto: Trieste
Nota: Fuori dall’area NATO – responsabilità di pianificazione assegnata
🧠 Analisi:
La NATO tratta Trieste come un porto “esterno”, escludendola dai confini giuridico-operativi dell’Alleanza, ma ne riconosce il valore strategico affidandolo alla pianificazione britannica.
C-R(54)36 → link – North Atlantic Council Summary Record
📅 5 ottobre 1954
🔹 Citazione originale 1:
“The Governments of the United Kingdom and of the United States will […] transfer the administration of such zone to the Italian Government.”
🔹 Traduzione:
«I Governi UK e USA trasferiranno l’amministrazione della zona nord al governo italiano.»
➡ Non è cessione di sovranità. Solo amministrazione temporanea.
🔹 Citazione originale 2:
“The Italian Government shall invite Yugoslavia and other interested Governments to an international conference […] to ensure the widest possible utilisation of the Port of Trieste.”
🔹 Traduzione:
«Il Governo italiano inviterà altri governi a una conferenza internazionale per l’utilizzazione del Porto di Trieste.»
🧠 Analisi:
La NATO tratta il porto come bene internazionale, da amministrare in cooperazione, non come porto nazionale.
📄 IPT/54/54 → link – Control of Shipping in Wartime
📅 25 ottobre 1954
🔹 Citazione originale:
“Italy has agreed that Trieste be included in the Italian list of ports.”
🔹 Traduzione:
«L’Italia ha accettato che Trieste sia inclusa nella lista dei porti italiani.»
🧠 Analisi:
Se serve un “consenso” per includere Trieste, vuol dire che non è parte integrante del sistema nazionale italiano. Anche in ambito militare, la giurisdizione è trattata separatamente.
🧾 SGM-0322-56 → link – ACP 104(A) Address Groups
📅 1 maggio 1956
🔹 Citazione originale:
“The Trieste Free Territory is not considered to lie within the NATO boundary.”
🔹 Traduzione:
«Il Territorio Libero di Trieste non è considerato entro i confini della NATO.»
🔹 Citazione originale:
“So much of Trieste as is Italian is considered to lie within the NATO boundary.”
🔹 Traduzione:
«Solo la parte di Trieste che è italiana è considerata dentro i confini NATO.»
🧠 Analisi:
La NATO distingue tra Trieste “libera” (esclusa) e Trieste “italiana” (parzialmente inclusa). Non c’è assimilazione.
📑 SGWM-100-56 → link – Cancellazione di Trieste dai codici NATO
📅 2 febbraio 1956
🔹 Citazione originale:
“The listings for ‘Territory of Trieste’ and ‘Trieste Free Territory’ have been deleted from ACP 104(A).”
🔹 Traduzione:
«Le voci “Territorio di Trieste” e “Territorio Libero di Trieste” sono state cancellate.»
🧠 Analisi:
Non viene sostituito con “Italia”. Semplicemente Trieste viene rimossa. Il limbo giuridico è così confermato ed evitato nel linguaggio operativo.
📌 AC/98-D/30 → link – NATO Port Targets (TOP SECRET)
📅 ottobre 1956
🔹 Estratto:
Trieste inserita tra i “target ports”, accanto a Genova, Venezia, Brindisi, Bari ecc. come nodo strategico in caso di guerra nucleare.
🧠 Analisi:
Trieste figura come porto strategico indipendente, ma non giuridicamente italiano. La sua importanza logistica è innegabile, ma lo status resta anomalo.
🔄 Macchina del tempo: dal 1956 al 2025
Come dimostrano gli articoli di Paolo Deganutti (giugno 2025), oggi si tenta di reinserire Trieste nel dispositivo militare atlantico senza risolvere nulla del suo status giuridico.

La portaerei britannica HMS Prince of Wales attracca a Trieste come fosse a casa sua. Peccato che, secondo il diritto internazionale, casa sua non è. Ma si sa: le corazzate non leggono i trattati.
📌 Esempio emblematico: il Corridoio IMEC — presentato come “opportunità logistica” — nasconde un ritorno della militarizzazione alleata del porto. Esattamente come 70 anni fa.
🧭 Conclusione strategica
Tra il 1952 e il 1956, i documenti NATO:
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❌ non riconoscono mai Trieste come “porto italiano”;
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⚖️ la trattano come entità separata, sub judice;
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🔄 prevedono inclusione per accordo, non per diritto;
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🧠 confermano una linea operativa che oggi viene occultata sotto il pretesto dello sviluppo economico.
📍 Oggi come allora, Trieste è in un purgatorio geopolitico: presente nelle strategie, assente nel diritto.
📌 NOTA FINALE – DOSSIER NATO / TRIESTE
🟥 Il Piano Alabarda: come l’Italia era pronta a regalare Trieste all’URSS (senza dirlo a nessuno)
Nell’Italia delle verità mai dette, spunta nel 2004 una chicca dimenticata: l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, in un’intervista al Piccolo, confessa di aver scritto personalmente negli anni ’70 un “piano segreto” per cedere Trieste ai sovietici in caso di crisi jugoslava. Nome in codice: Piano Alabarda. Trattative riservate con Austria e Germania, nessuna consultazione popolare, nessun dibattito parlamentare. Solo qualche appunto lasciato “al Ministero”.
«Le forze armate italiane avrebbero dovuto ritirarsi dal Friuli Venezia Giulia. A Trieste sarebbero rimasti solo il prefetto e il questore.»
Tradotto: Ce la teniamo finché fa comodo. Appena scoppia qualcosa, la molliamo al primo che passa col carro armato. Perché per Roma – e per la NATO – Trieste non è Italia. È una postazione. Un parcheggio. Una zona franca geopolitica da usare e poi scaricare.
E oggi che la NATO torna ad allungare le mani su Trieste con l’alibi dell’IMEC? Stesso copione. Stessa ipocrisia. Solo più raffinata, e con PowerPoint.
– Alessandro Gombač –