Dal 2013 a oggi, l’ONU non ha mai rigettato le istanze sul Territorio Libero: il diritto resta sul tavolo.
Tra il 2012 e il 2014, migliaia di cittadini del Territorio Libero di Trieste firmarono petizioni internazionali per il ripristino del diritto alla cittadinanza del TLT, per la nomina del Governatore prevista dal Trattato di Pace del 1947, e per la difesa del Porto Franco internazionale.
Una mobilitazione civile volontaria che superò le 24.000 adesioni in un fazzoletto di territorio: proporzionalmente, un record mondiale di partecipazione su base giuridica multilaterale.

Ginevra, Palais des Nations – Manifestazione della cittadinanza del Territorio Libero di Trieste davanti alla sede ONU (2017)
✉️ Firme, viaggi e silenzi
Nel corso del 2012 e del 2013, oltre 14.700 cittadini del Territorio Libero di Trieste firmarono una petizione formale rivolta a:
• Segretario Generale ONU
• Consiglio di Sicurezza
• Consiglio di Amministrazione Fiduciaria
• Commissione ONU per i Diritti Umani
• ECOSOC
La raccolta culminò il 3 dicembre 2013, quando le firme furono ufficialmente consegnate a Trieste al funzionario ILO (International Labour Organization) Remo Becci, incaricato del loro trasporto e deposito presso il Registry Office del Palais Wilson di Ginevra.
La petizione chiedeva un’azione urgente dell’ONU per fermare le violazioni commesse dall’Italia nel Territorio Libero, per la nomina del Governatore secondo il Trattato di Pace del 1947, e per il ripristino della cittadinanza TLT, come previsto dall’Allegato VI.
Un atto solido, fondato sulla Carta ONU (capitoli XI–XIII), sul Trattato di Pace del 1947 e sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Nessuna risposta. Nessun rigetto. Solo silenzio.
Nel 2015/16, seguirono circa 900 nuove dichiarazioni individuali di cittadinanza, spedite da uffici postali sloveni per garantirne – fuori dal raggio d’azione di ficcanasi – la tracciabilità. Anche in questo caso, nessun riscontro.

Palais Wilson, Ginevra – Sede dell’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani. Qui sono state depositate le firme e le dichiarazioni di cittadinanza del Territorio Libero di Trieste.
🚗 Ginevra, 2017: ritorno al mittente
Il 30 e 31 marzo 2017, una delegazione composta da Alessandro Gombač, Franco Zonta, Stefano Ferluga, Arlon Stok e Alessia Goiach riportò fisicamente a Ginevra:
• 14.000 firme (parte delle 24.000 originarie già consegnate nel 2013)
• 860 nuove dichiarazioni di cittadinanza
• il Report 2017 sulla questione di Trieste, consegnato anche all’ambasciata USA
La composizione dell’approfondito Report 2017 è stata di Alessia Goiach.
Nel pomeriggio del 31 marzo, Stefano Ferluga e Arlon Stok incontrarono Alfred de Zayas, allora esperto ONU per l’ordine internazionale democratico. De Zayas, inizialmente scettico, dopo aver letto la lettera S/2015/809 di Ban Ki-Moon e l’expertise Tom Grant & Guglielmo Verdirame, cancellò tutti gli impegni per accompagnare personalmente i due al Palais Wilson e sovrintendere al deposito formale dei documenti.
Nel frattempo, Alessandro Gombač, Franco Zonta e Alessia Goiach incontravano il commissario OHCHR Pol Planas, già noto alla delegazione. Non era la prima volta: Planas aveva ricevuto informazioni dettagliate sullo status giuridico del Territorio Libero di Trieste e del suo Porto già nel novembre 2014, in un primo incontro ufficiale.
Eppure, nel 2017, si dimostrò elusivo, distratto e disinteressato al contenuto giuridico, preferendo commenti sull’architettura austro-ungarica del Porto Vecchio.
Un atteggiamento che non può che apparire deliberato, se non preordinato.
Non fu l’unico interlocutore dell’OHCHR. Il 25 novembre 2016, Alessandro Gombač e Franco Zonta incontrarono a Ginevra Michael Ferguson, altro alto funzionario dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani.
Ferguson — al contrario di Planas — si mostrò competente, preparato e deciso a portare la questione della cittadinanza triestina a livelli superiori.
Ma — stranamente — dopo quell’unico incontro, fu rimosso dal suo incarico e divenne irreperibile.

Documento ufficiale depositato all’ONU il 31 marzo 2017, firmato da Alfred de Zayas. Le firme della cittadinanza del TLT sono ora parte del dossier delle Nazioni Unite.
🇺🇸 Interlocutori veri: l’Ambasciata USA
La mattina del 31 marzo, dalle 11 alle 12, parte della delegazione fu ricevuta in un incontro riservato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, in Route de Pregny 11, Ginevra.
L’interesse fu massimo: la funzionaria del Dipartimento di Stato Vivian Ekey prese 18 pagine di appunti, e Arlon Stok colpì per chiarezza nell’esposizione.
Non si trattava di una rivendicazione localistica, ma di una questione ancora formalmente aperta per l’ultimo Stato — insieme al Regno Unito — ad aver esercitato un mandato ONU diretto sul TLT.
📬 Follow-up: Alfred de Zayas, Paul Oertly e la prova definitiva
L’interesse del prof. Alfred de Zayas non si fermò a quell’incontro. Continuò a seguire il dossier e, nel maggio 2020, ottenne conferma formale via email da parte di Paul Oertly, funzionario dell’OHCHR ed ex membro di lungo corso dell’Office of the Legal Counsel del Consiglio di Sicurezza ONU.
Oertly confermava:
• che il dossier Trieste era stato trasferito all’Ufficio Legale del Consiglio di Sicurezza (Office of Legal Affairs – OLA) a New York;
• che la questione doveva essere valutata dal punto di vista del diritto internazionale pubblico (PIL);
• che il referente per l’argomento era Francesco Messineo, al quale suggeriva di rivolgersi per “rinnovare l’engagement con OLA”.
De Zayas aggiunse, nella stessa corrispondenza, che «queste persone hanno un caso», e che si trattava di una questione giuridica fondata, meritevole di attenzione e azione, in nome del principio pacta sunt servanda.
Inoltre, in una email di risposta datata 25 gennaio 2019, la Sig.ra Lidiya Grigoreva, Capo dell’Unità di Collegamento ONG presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ha confermato ufficialmente che la Sezione Trattati dell’Ufficio Affari Legali di New York è l’organo competente per trattare le questioni giuridiche e la documentazione inviata dalla TRIEST NGO. Tale conferma è giunta in risposta a una comunicazione formale del 28 novembre 2018, sottoscritta e sostenuta anche dal Prof. Alfred de Zayas. Copia integrale di questo scambio è inclusa nel dossier allegato.
Penultimo ma non per importanza: Nel medesimo periodo, la questione della cittadinanza del TLT fu presentata all’OHCHR anche da un’altra organizzazione, che si avvalse del costoso supporto di uno studio legale di Ginevra specializzato in diritto internazionale. Tuttavia, nonostante l’apparato giuridico impiegato, tale iniziativa non ricevette alcuna risposta dalle Nazioni Unite — un silenzio che sottolinea ulteriormente la solidità documentale e diplomatica del percorso intrapreso da TRIEST NGO.
📌 Conclusione: nessuno ha chiuso questa partita
Nessuna delle domande giuridiche poste dal 2013 ad oggi è mai stata rigettata dalle Nazioni Unite.
La questione è sub judice.
Esiste un fascicolo aperto, tracciabile, supportato da prove, incontri ufficiali, petizioni regolarmente presentate e comunicazioni interne ONU.
🧭 A chi dice che la questione è chiusa, rispondiamo con una mail. Firmata ONU.

Trieste, 28 agosto 2018 – Alfred de Zayas, ex esperto indipendente ONU, interviene su “The continued relevance of Trieste in the context of the United Nations”, evento organizzato da TRIEST NGO.
📎 Allegati tecnici – riepilogo documentale
TRIEST NGO conserva copia digitale certificata di tutte le comunicazioni ufficiali, dichiarazioni di cittadinanza, petizioni e corrispondenza ONU dal 2013 a oggi. Tali documenti sono disponibili per gli enti internazionali legittimati alla revisione del fascicolo.
📦 Allegato A – Petizioni e dichiarazioni cittadinanza TLT
– Lettera di trasmissione delle 14.720 firme (Trieste, 3 dicembre 2013)
– Petizione ufficiale indirizzata a ONU, Consiglio di Sicurezza, ECOSOC
– 860 dichiarazioni di cittadinanza individuale (2015–2016, recapitate da Slovenia)
– Copia report TRIEST NGO 2017
📦 Allegato B – Interlocuzioni ufficiali ONU
– Incontro con OHCHR Pol Planas (novembre 2014, marzo 2017)
– Incontro con Michael Ferguson, OHCHR (25 novembre 2016)
– Incontro con Alfred de Zayas (31 marzo 2017, Palais Wilson)
– Email ufficiale Paul Oertly (OHCHR) → De Zayas – 26 maggio 2020
> “I spent many years in the Office of the Legal Counsel, so am sensitive to their views…”
📦 Allegato C – Interazioni con Stati terzi
– Incontro riservato con Ambasciata USA presso l’ONU – Route de Pregny 11, Ginevra (31.3.2017)
– Documento consegnato: report + lettera diplomatica di accompagnamento
📦 Allegato D – Riconoscimento formale della competenza OLA
– Email di Lidiya Grigoreva (ONU Ginevra) a Alfred de Zayas, 25 gennaio 2019
> “The Treaty Section of the Office of Legal Affairs in New York might be an appropriate UN entity to contact regarding the issues raised…”
– Messaggio trasmesso da TRIEST NGO a nome di Alessandro Gombač, elenca in dettaglio:
• le violazioni italiane nel TLT (cittadinanza, militarizzazione, porto)
• le 9 domande giuridiche sulle responsabilità ONU e sulla sovranità
• richiesta formale di azione da parte del Consiglio di Sicurezza
📌 Nota: I documenti completi sono archiviati e possono essere messi a disposizione delle autorità o organismi giuridici su richiesta formale.
📢 TRIEST NGO conferma che nuove iniziative sono già in fase avanzata. A breve sarà reso pubblico un aggiornamento formale sull’iter avviato presso le sedi competenti. Il fascicolo Trieste non è mai stato chiuso. Sta per essere riaperto.
– Alessandro Gombač –