1. 📦 Traffico complessivo di Trieste: un’illusione
40 milioni di tonnellate di greggio scaricate nel 2024 (da 423 navi) – SIOT-TAL gestisce circa il 70–75 % del traffico complessivo del porto.
Nel 2022 erano 37,2 milioni di tonnellate.
Nel 2024 SIOT scarica oltre 40,2 milioni di tonnellate.
🔍 Morale: quel 39,8 milioni di tonnellate (“porto primo d’Italia”) è praticamente tutto petrolio – traffico passivo, nessun valore aggiunto locale, solo passaggio via tubo.

Petroliera “Prometheus Light” al Molo SIOT: simbolo del passaggio silenzioso della ricchezza. La città resta spettatrice muta del suo sfruttamento.
2. 💰 Chi ci guadagna davvero?
Il greggio serve il 100 % della Baviera/Baden-Württemberg (Germania), il 40 % della Germania totale, il 90 % dell’Austria e oltre il 50 % della Repubblica Ceca.
SIOT è filiale del TAL Group (Austria/Germania), con azionisti come OMV, Shell, ExxonMobil, Eni, BP, ecc.
Il valore reale è interamente preso da società estere, non resta nulla a Trieste (né infrastrutture locali né tasse cittadine), qui c’è solo il “postino” energetico.

753 km di tubo, da Trieste alla Baviera. E nemmeno un euro a Trieste per chi fa attraccare le petroliere e apre il rubinetto.
3. 📊 Confronto con Koper
Porto di Koper (Slovenia)
Traffico 2022: 23,2 milioni di tonnellate complessive.
Container 2022: 1,017,788 TEU.
Container +6 %, merci generali +8 % nel 2024; traffico container 2024 > 1,13 milioni di TEU.
Volumi 2023: 1 066 093 TEU (+5 %), 916 728 auto (+14 %) – Koper è oggi il primo porto adriatico per traffico automobilistico, primato che Trieste deteneva fino a 30 anni fa.
📌 Inoltre, la Slovacchia preferisce Koper non solo per i volumi, ma perché:
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la lingua slovena è molto più affine allo slovacco, rispetto all’italiano o al burocratese romano, la burocrazia è semplificata, pragmatica, mentre l’Italia applica all’estero i suoi codici e circolari come se fossimo ancora in epoca sabauda.
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Qui si crea valore: il porto di Koper movimenta quasi un milione di automobili all’anno. A Trieste, intanto, si contano le petroliere. Gratis.
4. ⚖️ Qualità vs quantità
Porto | Tonnellate totali | % petrolio | Valore locale | Redditività reale |
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Trieste | ~40 milioni di tonnellate (2024) | ~75 % | 0 € – oleodotto estero | Praticamente nulla per la città |
Koper | ~23 milioni di tonnellate (2022) + crescita container, Ro‑Ro, auto | ~0 % petrolio | Alta (container, auto, logistica) | Alta per territorio |
Trieste non è un porto industriale, ma un terminal petrolifero in regime coloniale: il 75% del traffico è greggio che non si ferma, non si trasforma e non lascia nulla sul territorio. Solo passaggio, come i treni durante l’occupazione.
Koper, pur movimentando meno tonnellaggio, produce valore reale locale, incassa da traffico container, auto e logistica.
Se si escludesse il greggio, Trieste scivolerebbe ben sotto porti come Gioia Tauro, Genova, Livorno e Venezia, sia per volume utile che per valore economico generato. Altro che “primo porto d’Italia”.
5. ⛽ Ora si parla d’energia? No, economia reale!
La SIOT/TAL → Trieste non paga imposte locali né investe valore sul posto – né raffina né vende.
Le accise e gli introiti fiscali legati al greggio vanno allo Stato italiano e alle multinazionali dell’oleodotto.

Trieste lavora, Monaco e Roma incassano. L’infrastruttura perfetta per uno sfruttamento coloniale travestito da logistica europea.
6. 🏛️ Status giuridico e perdita di potere
Trieste è formalmente porto franco internazionale (Trattato di Pace 1947 all. VI art. 34), ma è gestito come territorio doganale italiano → un ginepraio normativo, nessuno investe.

Articolo 34 del Trattato di Pace del 1947: il Porto Franco di Trieste doveva essere istituito e amministrato secondo norme internazionali. Nulla di tutto questo è stato rispettato.
Koper, senza status speciale, è più snella, funzionale, attraente per investimenti e investitori.
7. 🤡 Ignoranza (o complicità) amministrativa e violazione del diritto allo sviluppo
Mentre Trieste viene usata come nodo logistico per miliardi di euro di energia e merci, gli amministratori locali – da Roma fino al Comune – sembrano vivere in uno stato di ebete inconsapevolezza. Parlano di “primo porto d’Italia” con lo stesso delirio di un maggiordomo che ordina agli ospiti pensando di essere il padrone di casa.

“In nessun caso un popolo può essere privato dei propri mezzi di sussistenza.” (ONU, 1966). A Trieste, succede ogni giorno dal 1954.
Il dato paradossale è che nessuna di queste istituzioni locali ha mai sollevato la questione del mancato ritorno economico per il territorio, né invocato i diritti riconosciuti in sede internazionale (!!)
Eppure la Dichiarazione sul Diritto allo Sviluppo delle Nazioni Unite (1986) stabilisce, all’articolo 1:
“Il diritto allo sviluppo è un diritto umano inalienabile in virtù del quale ogni persona e tutti i popoli hanno il diritto a partecipare, contribuire e beneficiare dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico.”
E all’articolo 2:
“Gli Stati hanno il dovere primario di creare condizioni favorevoli per la realizzazione del diritto allo sviluppo.”
Nel caso di Trieste, questo diritto viene violato sistematicamente: il porto produce ricchezza per altri, mentre alla popolazione locale non viene riconosciuto né il potere decisionale né alcun ritorno economico. Non si tratta di uno svantaggio, ma di una espropriazione legale permanente, in violazione del diritto internazionale e dei principi di equità.
🔗 Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo (1986)
💣 Il comportamento dello Stato italiano in questo contesto rientra perfettamente nella definizione di “sfruttamento coloniale” secondo il diritto internazionale: una potenza impone la propria sovranità su un territorio esterno, ne utilizza le risorse strategiche senza redistribuire benefici alla popolazione residente, e impone un’amministrazione che risponde agli interessi del centro, non della periferia.
Nella lettura postcoloniale, questo è un classico esempio di colonia di scopo: non serve a espandere la civiltà, ma a spremere valore, e basta. Trieste viene trattata come il Congo belga del greggio, con l’Italia nel ruolo che fu della Compagnia del Re Leopoldo: sfruttare, svuotare, normalizzare. Solo che oggi lo si fa con circolari ministeriali, bandi europei e sorrisi istituzionali.
Come scriveva Frantz Fanon, il colonialismo moderno “non si accontenta di spolpare l’uomo colonizzato, pretende anche di svuotarlo della sua anima. Gli nega il diritto all’esistenza in quanto soggetto storico.”
📖 (I dannati della terra, 1961)
Eppure, il diritto internazionale è chiaro. L’articolo 1 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) – vincolante per l’Italia – afferma:
“Tutti i popoli hanno il diritto all’autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi determinano liberamente il loro status politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale. […] In nessun caso un popolo potrà essere privato dei propri mezzi di sussistenza.”
🔗 Patto ONU sui diritti civili e politici – Articolo 1
Tuttavia è proprio quello che accade a Trieste: un popolo privato dei mezzi di sussistenza, del potere decisionale, della possibilità di partecipare al proprio sviluppo. Sotto bandiera altrui, per conto terzi, in silenzio.
🔚 Conclusione (brutale – e giuridicamente fondata)
Quel 39,8 Ml t di tonnellaggio totale è falsato dal petrolio; non rappresenta sviluppo né ricchezza locale. È una cifra usata come specchietto per le allodole da chi amministra il nulla con arroganza statistica.
Trieste è il “postino” energetico: porta 40 Ml t, ma non guadagna un centesimo, né reinveste. È solo il punto d’arrivo delle petroliere e di partenza dei tubi. Nessuno qui trasforma, decide, gestisce. Si obbedisce e si tace.
Questa situazione – dove un territorio viene privato della sua capacità di sviluppo, delle sue risorse e della sua voce – ha un nome preciso nel diritto internazionale: sfruttamento coloniale. Ed è vietata. Lo dicono la Dichiarazione ONU sul diritto allo sviluppo, il Patto sui diritti civili e politici, e ogni principio di equità economica.
Trieste, di fatto, è oggi una colonia moderna con mezzi burocratici: viene gestita dall’Italia come un territorio servile e sfruttabile, senza mai riconoscerne i diritti sovrani e le specificità giuridiche. Tutto questo accade in Europa, nel 2024, sotto silenzio.
Al contrario, Koper fa economie vere: sul container, sull’auto, sulla logistica. Riceve, gestisce, reinveste. Fa politica portuale, non solo contabilità.
E la Slovacchia – come ogni Stato sano – non va dove si sventola una bandiera, ma dove si costruisce ricchezza. Va dove le carte si leggono in una lingua comprensibile, e dove la crescita è un diritto, non una concessione dall’alto.
Ecco perché va a Koper. Ecco perché Trieste, dal 1954 ad oggi, non appartiene più neanche a sé stessa.
– Alessandro Gombač –
🌐 Fonti
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“Trieste: a record 2024 for the Siot‑Tal Transalpine Pipeline” – Agenzia Nova, 14 gennaio 2025: SIOT ha scaricato 40,2 Ml t da 423 navi.
https://www.agenzianova.com/en/news/trieste-a-record-2024-for-the-transalpine-siot-tal-pipeline/ -
“Siot unloaded 40.2 million tons of crude oil in 2024” – ANSA, 14 gennaio 2025
https://www.ansa.it/nuova_europa/en/news/sections/news/2025/01/14/siot-unloaded-40.2-million-tons-of-crude-oil-in-2024_f6eb81b1-063c-4482-bfc5-69aaaea56c08.html -
SIOT 2022: oltre 37 Ml t – TAL group
https://www.tal-oil.com/en/news/tal-pipeline-over-37-million-tons-of-crude-oil-transported-in-2022 -
SIOT scarica 40,2 Ml t nel 2024 (IT) – TAL-oil.com (Tal Group)
https://www.tal-oil.com/notizie/siot-tal-un-2024-con-oltre-40-milioni-di-tonnellate-di-greggio-sbarcate-nel-porto-di-trieste -
Koper 2023: 1 066 093 TEU (+5 %) e 916 728 auto (+14 %) – Luka Koper, report 2023
https://www.luka-kp.si/en/news/2023-business-performance-highlights/ -
Koper 2024: +3 % tonnellaggio e container >1,13 Ml TEU – Port of Koper, Port seurope.com
https://www.portseurope.com/port-of-koper-handled-23-million-tons-of-cargo-in-2024-up-3/ -
Koper >1,106 M TEU 2024 – World Cargo News
https://www.worldcargonews.com/news/2024/12/port-of-koper-returns-to-konecranes-for-more-electric-RTGs/ -
Port of Koper (Wikipedia): 23,2 Ml t tonnellaggio e 1 017 788 TEU nel 2022
https://en.wikipedia.org/wiki/Port_of_Koper -
Adriatic ports comparison: Trieste container 878 000 TEU, Koper >1 Ml TEU, Koper >800 000 auto (2022) – OSW Warsaw
https://www.osw.waw.pl/en/publikacje/osw-commentary/2023-10-02/adriatic-ports-a-silent-expansion-central-european-markets -
Transalpine Pipeline info: partecipazione azionisti, percentuali di approvvigionamento Germania, Austria, Rep. Ceca – Wikipedia IT
https://it.wikipedia.org/wiki/Oleodotto_Transalpino