A 12 miglia (acque territoriali di Gaza): scenari realistici
Premessa secca
Israele fa valere un blocco navale su Gaza e di solito intercetta ben prima delle 12 miglia, anche in alto mare, sostenendo di poterlo fare in base al diritto dei conflitti armati in mare (San Remo). Il punto delle “12 miglia” è più simbolico che operativo [1][2].
Cosa può succedere in pratica
Hailing + ordine di deviare
Contatto radio, intimazione a dirigere su Ashdod o altro porto indicato da Israele. Se gli skipper obbediscono: sequestro amministrativo, perquisizioni, espulsione dei passeggeri nei giorni successivi. È lo sbocco più probabile quando a bordo non c’è resistenza [3].
Interdizione/abbordaggio forzato (anche prima delle 12 nm)
Motovedette e commandos (Shayetet 13), abbordaggio con gommoni o discesa da elicotteri. Se c’è resistenza attiva → uso graduato della forza; se è solo disobbedienza/passiva → immobilizzazione e rimorchio. Nel 2010 finì con morti e feriti: è il worst case che tutti temono e che Israele cercherà di evitare… ma è sul tavolo [3].
“Soft kill” prima del contatto
Droni, granate stordenti/irritanti, disturbi elettronici, manovre di interdizione per costringere alla rotta di deviazione o al fermo. Episodi simili sono già stati denunciati nei giorni scorsi in Egeo/Creta [1].
Trasferimento del carico a terzi / corridoio “accettabile”
Proposta israeliana: consegnare aiuti ad autorità terze (Ashkelon/Ashdod o hub esterni) per poi inoltrarli a Gaza. Politicamente sgonfia la sfida, ma per gli attivisti equivale a riconoscere il blocco [4].
Stallo con navi europee “di protezione” nelle vicinanze
Italia e Spagna hanno unità in area per SAR/assistenza consolare, non per combattimento. Possono de-escalare (telefoni roventi, presenza di osservatori) o recuperare naufraghi se qualcosa va storto. È improbabile un confronto militare diretto con la marina israeliana [1].
Fattori che alzano/abbassano il rischio
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Dove avviene l’incontro: più lontano dalle 12 nm, più Israele agirà con l’argomento “enforcement di blocco in alto mare”. Vicino costa = più visibilità mediatica, ma non riduce di molto il rischio di abbordaggio [2].
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Bandiera delle navi e VIP a bordo (parlamentari, figure note): più costo diplomatico per Israele → incentiva modalità “soft”, ma non esclude sequestro [1].
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Condotta dell’equipaggio: resistenza fisica = rischio serio di feriti/morti; obbedienza riluttante = fermo e rimpatrio. Lezioni del 2010 insegnano [3].
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Narrativa legale: Israele sostiene la legittimità del blocco; gli attivisti la contestano come collective punishment. La disputa giuridica non impedirà l’intercetto operativo [5].
Tradotto in probabilità (approssimative)
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60–70%: deviazione forzata/sequestro senza violenza grave.
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20–30%: interdizione con uso della forza non letale (spray/urti/abbordaggi “duri”).
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5–10%: scontro con feriti gravi o peggio (dipende da resistenza a bordo e caos tattico).
Indicative, non oracolari: il contesto è fluido e già si registrano attacchi con droni e movimenti navali europei.
Fonti
[1] Reuters
[2] ICRC Casebook (San Remo Manual)
[3] Wikipedia – Gaza flotilla raid (2010)
[4] The Jerusalem Post
[5] Combat Antisemitism Movement + fonti giuridiche correlate
– Alessandro Gombač –