We want to build, for the first time ever in Trieste, a nursery, a kindergarten and a school
IN 4 EQUAL LANGUAGES
Trieste is a multiethnic city:
why are there only monolingual learning institutions?
Between 1875 and 1909 there was in Koper/Capodistria (a small city near Trieste) a high school for male teachers, where lessons were taken in three languages (Slovenian, Croatian and Italian): the only one in Europe – probably in the world – at the time.
In Klagenfurt (Austria) there is today a public school in four languages (English, German, Italian and Slovenian) for boys and girls 10 to 18 years old. Students who have completed this school have continued to study successfully at various foreign colleges and universities.
In San Pietro al Natisone (Udine, Italy) a new bilingual school has been set up a few years ago, and the number of students is constantly on the rise.
It has been shown that adults who have grown up in a bilingual environment have developed unique brain connections that allow them to be more mentally resilient in learning their first language, as well as other languages. These brain connections can be formed only during the brain development in the first 6 – 8 years of life. It’s called signature of neuronal bilinguism. (The signature of neuronal bilinguism, Kovelman et al, 2008).
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Starting points
Today several studies prove, without the shadow of a doubt, that multilingualism (especially when introduced during the first years of life) brings many advantages in cognitive and creative thinking, which are completely unrelated to how rich the child’s family is.
“In early days they will mix languages. They make errors by using the syntax of one language and the words of another. […] But these problems disappear quickly. By three or four, children reliably separate the languages, knowing which can be spoken with whom. Their fluency in each would be the envy of any adult language-learner.” (The economist)
European guidelines
The guidelines from the Italian minister Profumo (16/11/2012) adopt the key competences for learning defined by the EU parliament and by the European Council (since 18 December 2006) as a general wireframe for development.
Competences can’t be taught, but need to be practiced in a real-life environment. It is therefore absolutely necessary for the learning process to be often undertaken outside the school building, while inside it there has to be an environment where various learning aspects are taken into account.
The 8 key competences are:
1. Communication in the mother tongue
2. Communication in foreign languages
3. Mathematical competence and basic competences in science and technology
4. Digital competence
5. Learning to learn
6. Social and civic competences
7. Sense of initiative and entrepreneurship
8. Cultural awareness and expression
Technology
Technology is a source of information and a tool of daily use for everyone, why is its use so limited among children in school, who have all the rights to learn to use all the tools that can help them discover the world?
It has been widely demonstrated that there are different types of intelligences and it’s a school system’s responsibility to allow different types of intelligence to develop equally. With the help of technology we can now differentiate the learning process and create effective customised study plans.
Howard Gardner (world renowned psychologist) has identified several types of “intelligences”, each appointed to different sectors of human activity:
1. Logical – mathematical intelligence
2. Verbal – linguistic Intelligence
3. Visual – spatial Intelligence
4. Musical – rhythmic and harmonic intelligence
5. Bodily – kinesthetic or procedural intelligence
6. Interpersonal Intelligence
7. Intrapersonal intelligence
8. Naturalistic intelligence
9. Existential intelligence
Sustainability
Studi scientifici dimostrano che per la sopravvivenza del genere umano è necessario imparare a vivere rispettando i propri simili ed il nostro pianeta.
Robert Wright (psicologo, giornalista e professore universitario) spiega l’importanza del rispetto di alcuni valori morali, uno tra tutti il non fare al proprio prossimo ciò che non vuoi venga fatto a te. Basandosi sulla teoria dell’evoluzione (Darwin) spiega che il comportamento moralmente corretto è l’unica possibilità per la sopravvivenza della specie umana sul pianeta Terra.
La definizione di sviluppo sostenibile è quella contenuta nel Rapporto Brundtland, elaborato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo.
Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attualiSe vogliamo quindi che la specie umana sopravviva è necessario insegnare ai ragazzi a vivere rispettando i propri simili e l’ambiente. La scuola deve essere la prima a dare l’esempio di sostenibilità e correttezza morale.- Rapporto Brundtland, 1987
Il fisico
Nelle scuole di molti paesi la scuola provvede anche a fornire visite pediatriche e dentistiche obbligatorie e regolari a tutti gli studenti.
I bambini di oggi fanno assolutamente troppo poca attività fisica. Ciò comporta spesso problemi nella crescita e nello sviluppo psico-fisico dei singoli bambini.
In Italia la diffusione dell’obesità infantile è la più alta in Europa. E’ veramente indispensabile pensare alla salute dei nostri ragazzi aumentando il tempo che dedicano all’attività sportiva, diminuendo il tempo che passano sul divano e facendo maggiore attenzione all’alimentazione.
Le cellule che contengono il grasso accumulato durante l’infanzia non scompaiono più: possono rimpicciolirsi, ma rimangono presenti nel corpo. Tutti quelli che da bambini erano obesi hanno maggiori probabilità di avere anche gravi problemi di salute già a partire dall’adolescenza. Oltre al disagio di essere grasso e di non poter giocare e divertirsi come tutti gli altri.
E’ un dato di fatto che i nostri figli fanno meno attività fisica dei loro coetanei europei: è necessario aumentare il numero di ore di attività sportiva anche a scuola e rendere i ragazzi coscienti delle implicazioni che l’obesità infantile avrà sulla loro salute. La scuola deve assumersi anche il compito di educare i ragazzi ad un modello di vita più sano.
Unicità
In molti paesi in tutto il mondo è inoltre presente in ogni istituto scolastico anche la figura di uno psicologo che, oltre ad aiutare nella risoluzione dei conflitti che normalmente vengono a formarsi, segue la crescita di tutti gli studenti ed è a loro disposizione anche per sessioni individuali.
La scuola deve tenere conto del fatto che ogni studente è diverso e il suo processo di apprendimento è unico, e presenterà necessariamente delle scelte. Tutti i processi di apprendimento devono essere pensati per l’individuo e non per la massa, standardizzati. Solo in questo modo si darà la possibilità a tutti di scoprire le proprie potenzialità e di sviluppare i metodi di studio più adatti.
Oggi, con l’aiuto delle tecnologie questa non è più un’utopia, ma un modello di istruzione che può essere alla portata di tutti. Perché privare i nostri figli di tutto ciò?
L’applicazione di questi principi serve anche a prevenire il fenomeno dell’abbandono scolastico precoce, che a Trieste è del 18,5% (anno 2009, fonte).
L’unicità del percorso di ogni studente è particolarmente forte nel sistema scolastico finlandese, oggi ampiamente riconosciuto come il migliore al mondo, che affianca però questo principio a delle condizioni di partenza fortemente egalitarie, ad un basso livello di stress e competizione (specialmente fra i più piccoli, per i quali la scuola è un’estensione della famiglia), e ad una formazione dei docenti di alta qualità e fortemente selettiva.
Conclusioni
Intendiamo progettare e inaugurare un nuovo modello di processo formativo ed educativo individualizzato che si propone di assicurare a tutti il raggiungimento di quelle competenze-chiave che commissioni di intellettuali internazionali reputano necessarie in futuro e di fare tutto ciò in quattro lingue.
La scuola che progettiamo si propone di sviluppare i seguenti punti:
- Il percorso formativo dura otto anni (dall’età di 6 anni all’età di 14 anni) ed è diviso in due cicli di quattro anni. Comprende anche una struttura educativa dedicata ai più piccoli (da 1 a 5 anni): nido (1-2 anni) ed asilo (3-5 anni).
- Personalizzazione del processo formativo con l’ausilio di ICT (permettere agli alunni di approfondire liberamente le tematiche scelte).
- Permettere a tutti gli alunni di riconoscere, valorizzare e potenziare i propri talenti. Lavorare sul potenziamento della singola persona per far fruttare esponenzialmente gli obiettivi che essa si prepone.
- Plurilinguismo: tutti gli alunni imparano a comunicare in quattro lingue (italiano, sloveno, inglese e tedesco).
- Plurilinguismo pratico: tutti gli alunni sapranno esprimere le conoscenze e competenze acquisite in tutte le quattro lingue, tutte le materie verranno insegnate in tutte quattro le lingue all’interno dei due cicli quadriennali (esempio: matematica al 1. anno in italiano, al 2. anno in sloveno, al 3. anno in inglese e al 4. anno in tedesco: storia al 1. anno in inglese, al 2. anno in tedesco, al 3. anno in sloveno al 4. anno in italiano).
- Acquisizione delle competenze-chiave anche tramite l’utilizzo di schede riassuntive dei concetti fondamentali (Esempio: la competenza non è sapere le tabelline a memoria, ma saperle utilizzare in un contesto pratico come fare la spesa).
- Potenziamento dell’attività fisica con almeno un’ora di sport al giorno.
- Svolgere numerose attività pratiche di rilevanza quotidiana (cucina, giardinaggio, lavoretti domestici, …).
- Garantire basi solide per avere un riscontro nel collettivo a lungo termine, nella società, reazione a catena che coinvolge e ne beneficiano tutti.
- Provvedere ad un percorso pedagogico per i genitori, coinvolti nel percorso educativo e formativo dei figli.
Contenuti a cura della commissione educazione di TRIEST NGO.
Allegato I — analisi della situazione attuale
È ormai chiara la correlazione diretta in ambito OCSE fra la qualità – e non la “quantità” – dell’educazione fornita ed il tasso di occupazione da adulti (fonte).
Alcuni paesi però, fra cui l’Italia, non sembrano essere in grado di garantire un’istruzione di qualità a tutti i cittadini (fonte); non viene nemmeno intaccata, quindi, la piaga del’analfabetismo funzionale, che coinvolge addirittura il 47% della popolazione!
Questo è riflettuto chiaramente nell’importanza che l’educazione riveste, in percentuale, nella spesa pubblica totale (fonte), particolarmente bassa in Italia e in Croazia.
Il problema si aggrava ulteriormente analizzando la situazione dell’educazione terziaria (che raccoglie i frutti dell’educazione primaria e secondaria):
- dal punto di vista qualitativo, in quanto nessuna università italiana, slovena o croata risulta essere fra le prime 200 al mondo ma, anzi, sempre più spesso delle “fabbriche di lauree” fini a se stesse;
- non hanno però nemmeno molto successo in questo, in quanto la percentuale di laureati rimane relativamente bassa, in quest’area del mondo;
- inoltre, il rapporto fra studenti e docenti (un fattore di sviluppo ed attenzione all’individuo) presenta cifre pessime sia in Italia che in Slovenia – con poco meno di 20 studenti a docente, la differenza con la Norvegia (<10) è abissale;
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