13 agosto 2025 – Macron e l’ipotesi di un territorio neutrale
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che un eventuale incontro trilaterale fra Donald Trump, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky dovrebbe tenersi in Europa, “in un Paese neutrale accettato da tutte le parti”.
Un’affermazione che richiama precedenti storici specifici. Per chi conosce la regione adriatica, è inevitabile ricordare un episodio del 26 novembre 2013, quando Trieste divenne teatro di un evento di alto profilo tra Italia e Federazione Russa.
26 novembre 2013: Trieste sotto controllo russo
In quella data, il Presidente russo Vladimir Putin scelse di incontrare il Primo Ministro italiano Enrico Letta non a Roma, ma a Trieste, accompagnato da undici ministri e da un’imponente delegazione diplomatica.
L’operazione di sicurezza fu senza precedenti in città:
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edifici istituzionali svuotati in anticipo;
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controllo diretto del Municipio e della Prefettura da parte dei servizi di sicurezza russi;
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tiratori scelti russi piazzati sui tetti degli stessi edifici istituzionali;
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isolamento dell’area di Piazza Unità e interruzioni temporanee delle comunicazioni telefoniche;
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supervisione russa sul tragitto tra l’aeroporto di Ronchi e il centro città.
Quel giorno a Trieste non c’erano solo diplomatici e faccendieri: c’erano uomini dei servizi di Mosca (FSB o GRU), armati e operativi in territorio italiano. Nessuno ha mai chiesto come ci siano arrivati né con quale autorizzazione. Era l’Italia? Formalmente sì. Ma per un giorno Trieste fu Mosca: una zona franca anche per i servizi segreti.
Trieste, 26 novembre 2013: accanto a Putin, Enrico Letta pronuncia “Viva Trieste, Trieste libera”.
Ufficialmente, l’incontro servì a firmare 28 accordi bilaterali. La scelta della sede, tuttavia, ebbe una chiara valenza strategica.
Un segnale geopolitico mirato
Nel 2013 Trieste ospitava un movimento indipendentista attivo e visibile, con un dibattito di rara intensità sullo status giuridico del Territorio Libero di Trieste (TLT) e sul regime del Porto Libero previsto dall’Allegato VIII del Trattato di Pace del 1947.
In quella seconda metà dell’anno, la mobilitazione civica raggiunse un livello tale da richiedere attenzione diretta da parte dei vertici governativi italiani, che valutarono misure di sicurezza straordinarie in vista della manifestazione del 15 settembre.
L’evento si svolse infine in forma pacifica e partecipata: né gli organizzatori né i partecipanti avevano alcuna intenzione di dar vita ad azioni inconsulte, e l’ordine fu assicurato anche da un consistente servizio di sicurezza predisposto dagli stessi manifestanti indipendentisti, in coordinamento con la gestione prudente delle autorità locali, evitando così un’escalation che in ambienti centrali era stata ritenuta possibile.
La decisione di Mosca di convocare un vertice intergovernativo proprio in quella città fu interpretata come un segnale di attenzione verso una questione giuridica e strategica di lungo periodo, formalmente mai risolta.
Interazioni successive
Il contatto non si esaurì con l’evento. Nel febbraio e marzo 2015, l’Amministrazione Presidenziale russa rilasciò due ricevute ufficiali (protocolli n. И-5717) confermando la registrazione di comunicazioni formali sul TLT e il loro inoltro al Ministero degli Esteri della Federazione Russa.Non si tratta di un caso isolato: le risposte dell’Amministrazione Presidenziale russa furono più d’una. Qui sotto la prima ricevuta protocollata, qui la copia della seconda risposta ufficiale.

Ricevuta protocollata dell’Amministrazione Presidenziale russa, indirizzata alla TRIEST NGO (2015)
Dal 2012, informazioni e documenti relativi allo status internazionale di Trieste venivano trasmessi regolarmente alle missioni russe presso le Nazioni Unite, in particolare alla sede di Vienna, storicamente considerata un nodo strategico nelle relazioni Est-Ovest.
Rilevanza per l’attualità
L’ipotesi di Macron di un “Paese neutrale accettato da tutte le parti” per un eventuale vertice internazionale ripropone, in un contesto diverso, il tema della funzione di Trieste come possibile sede neutrale in Europa.
Data la sua storia giuridica, sancita da trattati internazionali tuttora in vigore, e la sua collocazione strategica come porto franco multilaterale al punto d’incontro tra i mondi latino, slavo e tedesco, Trieste rappresenta un caso unico in grado di coniugare neutralità formale e rilevanza geopolitica.